Da diversi anni – con studi scientifici e con l’attività operatoria di tutti i giorni – mi occupo assiduamente di seno tuberoso, una delle anomalie mammarie più frequenti. E in queste foto vi mostro il punto di partenza (la paziente prima dell’intervento) e quello di arrivo (la paziente dopo un mese, con cicatrici ancora “fresche”, ma destinate a diventare via via meno visibili).
La correzione del seno tuberoso, così chiamato perché la sua forma ricorda quella cilindrica di un tubo, avviene nella stragrande maggioranza dei casi attingendo a diverse tecniche: il rimodellamento della ghiandola mammaria, il lipofilling ed eventualmente l’inserimento di protesi in silicone. Richiede insomma un approccio versatile, fantasioso e completamente individualizzato (non c’è un’anomalia mammaria uguale a un’altra), con il ricorso a tutti i “trucchi” della chirurgia mammaria. Per tutte queste ragioni, non si tratta di un intervento banale per il chirurgo plastico. Per la paziente, invece, non è particolarmente impegnativo o invasivo. Quasi sempre, la dimissione avviene al massimo dopo una notte di ricovero. Solitamente si utilizzano punti riassorbibili, che non è necessario togliere, e si consiglia un apposito reggiseno (come quelli usati per lo sport)
Che cosa si intende per seno tuberoso
Il seno tuberoso si caratterizza per una base stretta e un aspetto cadente anche in giovane età . Si tratta di un’anomalia evolutiva, che si manifesta nella pubertà . Quando la mammella inizia a svilupparsi, in queste pazienti risulta condizionata da una stenosi, cioè una strozzatura. Per questo la mammella “guarda in giù”.
La correzione del seno tuberoso comporta la ridefinizione del solco mammario, che viene spostato più in basso, e un importante rimodellamento della ghiandola, di cui si allarga la base, liberandola dai tessuti fibrosi che ne hanno determinato lo sviluppo “a tubo”. Anche l’areola, che spesso è molto ampia, viene rivista e ridotta. Quando il volume è insufficiente, o quando le mammelle presentano tra loro notevoli differenze di dimensione, si ricorre anche all’impianto di protesi. A seconda dei casi, queste vengono collocate in una “tasca” ricavata dietro al muscolo pettorale o dietro la ghiandola mammaria.
Qualche ipotesi sulle cause
Le anomalie mammarie sono sempre più diffuse. Fino a qualche anno fa, imbattersi in questi casi era piuttosto raro, mentre oggi buona parte delle pazienti giovani che arriva alla mia osservazione (anche per altri interventi) presenta seni stenotici, in forma più o meno accentuata. Al momento non ci sono evidenze scientifiche sulle cause. Le ipotesi più diffuse e più accreditate indicano nell’alimentazione, ed eventualmente nella presenza di inquinanti ambientali, il fattore in grado di condizionare lo sviluppo della ghiandola mammaria durante la pubertà .