Dopo un intervento oncologico, la ricostruzione mammaria permette di ricreare i volumi e la simmetria perduti. Ovviamente non si tratta di un intervento salvavita ma… sicuramente di un intervento che migliora notevolmente la qualità della vita. Ne ho parlato durante la puntata del 22 maggio 2021 di Buongiorno Benessere, in cui Vira Carbone ha intervistato anche il senologo Corrado Tinterri, con cui ho il piacere di lavorare fianco a fianco tutti i giorni all’Istituto Clinico Humanitas.
Perché è così importante effettuare la ricostruzione mammaria? Perché la paziente che riacquista l’integrità corporea supera meglio – soprattutto da un punto di vista psicologico – la malattia, ritrovando buonumore, sicurezza e voglia di vivere. Non appena le cure lo consentono, l’intervento di chirurgia plastica ricostruttiva viene effettuato contemporaneamente all’intervento oncologico. Quindi la donna entra in sala operatoria con un tumore ed esce con un seno ricostruito, senza vivere il trauma della mutilazione. A questo proposito, però, è importante sottolineare che le mastectomie, cioè l’asportazione dell’intera mammella, sono sempre più rare, perché diagnosi precoci, cure precise e tecniche chirurgiche continuamente affinate hanno ridotto l’aggressività degli interventi oncologici. In questa situazione entra in scena il chirurgo plastico, per “cancellare” i segni lasciati dalla malattia sul corpo. Un sogno? No, molto spesso un risultato reale, attingendo a piene mani a tutte le tecniche e le accortezze della chirurgia estetica, a iniziare dall’approccio periareolare, che consente di ricreare il cono mammario lasciando cicatrici di fatto invisibile. Perché la salute è importantissima, ma anche l’occhio vuole la sua parte.