A novembre ho partecipato a un corso di Educazione Continua in Medicina organizzato dall’Ordine Provinciale dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, con una relazione dal titolo “Medicina estetica: possibilità e limiti. Il tema era particolarmente interessante e mi ha permesso di esprimere il mio approccio verso i pazienti e le loro richieste. Ovviamente, ogni caso è diverso dall’altro, ma in generale sono propenso ad accogliere il desiderio di cancellare quello che si vive come un difetto o di ridurre i segni del tempo quando dentro ci si sente più giovani di 10 anni. La trasformazione in atto nella società ci porta a confrontarci con modelli sempre più sfidanti in fatto di bellezza e forma fisica e questo sicuramente concorre a determinare un senso di inadeguatezza, come se tutti e sempre dovessero essere perfetti. Io lavoro con la bellezza ma sono contrario a questo imperativo. Per me l’obiettivo è quello di far sì che una persona stia meglio con se stessa, non quello di incoraggiare nella folle rincorsa di un ideale che non può che allontanare dall’unicità di ognuno. Anche per questo ho trovato molto interessante sentire la relazione del filosofo Umberto Galimberti, che mi ha preceduto nel corso dei lavori.