Siamo abituati a pensare alla mastoplastica riduttiva come a un intervento scelto soprattutto dalle donne più giovani per eliminare i tipici disturbi causati da un seno molto voluminoso: problemi di postura, imbarazzo nella vita di tutti i giorni, macerazione del solco mammario e dolore alle spalle determinato dalle spalline del reggiseno. In realtà, sempre di più, la mastoplastica riduttiva è richiesta da donne dai 40 anni in su. In queste pazienti, l’intervento ha sicuramente lo scopo di migliorare la silhouette, “alleggerendo” la figura nel suo complesso, ma ha anche un potente effetto di ringiovanimento, perché un fisico meno pesante risulta sicuramente di primo acchito più giovane.
L’intervento comporta incisioni diverse a seconda dell’entità della riduzione. Quando è molto modesta è sufficiente un’incisione attorno all’areola. Per riduzioni superiori se ne pratica un’altra in verticale, fino a raggiungere il solco mammario, e una ulteriore nel solco stesso per le correzioni ancora più notevoli.
La paziente lascia la sala operatoria senza drenaggi, con una medicazione compressiva che ha lo scopo di condizionare ulteriormente la forma del nuovo seno. Lo scopo che voglio raggiungere con questo intervento, infatti, non è semplicemente un seno più piccolo, ma un cono mammario nuovo, di forma naturale e armoniosa. La prima medicazione viene tolta a 48 ore dall’intervento e sostituita con cerotti. La paziente deve prendersi cura delle ferite per almeno un mese, ma la nuova forma è già perfettamente apprezzabile.
La mastoplastica riduttiva dà luogo a risultati definitivi, anche se in alcuni rari casi il seno ridotto va incontro a un nuovo ingrossamento, per via dell’aumento di peso o per fattori ormonali.