L’intervento di mastoplastica additiva è il più richiesto in Italia (dati Isaps 2015), ma il lipofilling è sempre più protagonista dei ritocchi al seno, dalle ricostruzioni alle correzioni delle anomalie e malformazioni mammarie. Ne ho parlato, intervistato da Federica Panicucci, nella puntata di oggi di Mattino 5.
Nel nostro Paese come nel resto del mondo, la mastoplastica additiva è richiesta soprattutto da giovani donne dai 18 ai 34 anni. Gli impianti di protesi nelle minorenni non sono vietati, ma per legge devono essere limitati agli aspetti ricostruttivi: quindi sì alla correzione di mammelle decisamente asimmetriche o di forma anomala; no al semplice aumento di volume.
Sempre più utilizzato, il lipofilling è la vera conquistadegli ultimi anni, perché permette di rendere più naturali gli interventi di aumento, di correggere le anomalie e soprattutto di ricostruire i volumi venuti a mancare in seguito a un intervento oncologico. Come funziona? Si preleva dai punti del corpo in cui è naturalmente presente una piccola quantità di grasso, che dopo essere stata opportunamente lavorata viene trasferita nel seno, per ricostruire, migliorare la forma o mascherare il profilo delle protesi, in modo da non lasciarle neanche intuire. Oltre ad essere utilizzato come filler, cioè come riempitivo, il grasso autologo è utile perché ricco di cellule staminali adulte, che attivano nei tessuti un processo di rigenerazione prezioso per migliorare la qualità della cute e delle cicatrici.