Il 24 e 25 gennaio 2020 ho partecipato, tra i pochissimi ospiti stranieri, al più importante congresso di chirurgia mammaria del mondo, il 36th Annual Atlanta Breast Surgery Symposium. Le mie relazioni, con chirurgia in diretta, erano focalizzate sul trattamento del seno tuberoso e su tutte le correzioni che si possono effettuare per via periareolare. Solo con una cicatrice attorno all’areola, infatti, si possono risolvere le anomalie mammarie (tra cui il seno tuberoso, cioè stretto e lungo), le asimmetrie (differenze di volume tra una mammella e l’altra), ma anche le ptosi, che si presentano con mammella cadenti per effetto dell’età o di gravidanza e allattamento. Il mio approccio a questi temi è completamente personalizzato e versatile. Utilizzo infatti tutte le tecniche a disposizione (dal rimodellamento della ghiandola al lipofilling, cioè l’autotrapianto di grasso) per costruire un cono mammario corretto e ben proiettato. Non importa il punto di partenza, ovvero quanto la mammella malformata o quanto è cadente, l’importante è riuscire a garantire lo stesso punto d’arrivo, un seno di forma gradevole e completamente naturale. In alcuni casi, all’incisione attorno all’areola bisogna abbinarne una in verticale, fino al solco mammario.