Liscia, tonica e senza tessuti in eccesso. La pancia che corrisponde a questa descrizione non è solo bella, è anche funzionale, perché denota la presenza di una parete addominale integra che assolve in pieno allo scopo di contenere i visceri e contribuire alla corretta postura. Sì, perché se i muscoli della schiena sono importanti per stare “ben dritti”, lo stesso vale per quelli dell’addome. Nella grande maggioranza delle donne che hanno vissuto l’esperienza della maternità, però, non è così. Soprattutto dopo due gravidanze (ma nei casi di parti gemellari ne basta una) si verifica la cosiddetta diastasi dei muscoli addominali. In pratica, in seguito alla progressiva crescita del feto (e del pancione…) i muscoli che compongono la parete addominale si spostano verso i lati, modificando la morfologia dell’addome e rendendolo, anche in persone che non presentano sovrappeso, maggiormente prominente. L’intervento che permette di ritornare alla condizione di partenza è l’addominoplastica, che a seconda delle caratteristiche e delle esigenze della paziente viene eseguita nella versione tradizionale oppure “mini”, lasciando in questo caso una cicatrice nascosta pure nel più sgambato degli slip. Anche un’incisione così ridotta permette, oltre all’eliminazione dei tessuti di rivestimento in eccesso, di accostare nuovamente, con pochi punti interni, i muscoli retti addominali. In pratica, si “allaccia” nuovamente un’ideale, invisibile cintura, con l’effetto di migliorare la silhouette ma soprattutto di rendere possibile una postura corretta.