Il tumore della mammella colpisce una donna su 8 nel corso della vita, ma le possibilità di ricostruzione sono sempre più avanzate, tailor made e di conseguenza estetiche. Federica Panicucci mi ha intervistato sulla ricostruzione mammaria nella puntata odierna di Mattino 5.
Qual è la situazione in Italia? In media, l’ 80% delle pazienti che hanno affrontato un tumore al seno vengono ricostruite, con un dato che posiziona il nostro Paese ai primi posti nel mondo.
A seconda dei casi, la ricostruzione avviene contestualmente all’intervento oncologico o in un secondo tempo. E, sempre in base al singolo caso, può prevedere il semplice rimodellamento, il trasferimento del grasso della paziente stessa -con la tecnica del lipofilling – ma anche l’impianto di una protesi o di un espansore. Il ruolo di quest’ultimo, prezioso soprattutto negli interventi più demolitivi, è quello di “fare pelle”, aiutando la crescita dei tessuti di rivestimento che ospiteranno la protesi, in modo da ricreare il cono mammario.
Anche grazie alle diagnosi precoci, che permettono di intercettare tumori di piccole dimensioni e di effettuare quindi interventi oncologici conservativi, i risultati della ricostruzione mammaria sono sempre più gratificanti, arrivando quasi ad essere sovrapponibili a quelli squisitamente estetici. E anche questo, in chi ha vissuto la brutta esperienza della malattia, è un aspetto importante, che aiuta a sentirsi come prima, superando completamente la malattia.