La labiopalatoschisi è una malformazione presente alla nascita che di solito viene affrontata chirurgicamente e risolta nei primi mesi di vita. Dopo l’intervento, la funzionalità è perfettamente recuperata, ma nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti si trovano a fare i conti con cicatrici e difetti estetici riconducibili al cosiddetto labbro leporino. Anche in questo caso, però, si può intervenire, e con risultati molto buoni.
Cos’è la labiopalatoschisi, o labbro leporino
La labiopalatoschisi, detta anche labbro leporino, è una malformazione che si presenta con un’interruzione (schisi) del labbro superiore, della gengiva e del palato, caratterizzata da una comunicazione diretta tra naso e bocca e da una frequenza di 1 caso ogni 750 bambini.
Le cause della labiopalatoschisi sono ancora sconosciute, anche se si propende per una interpretazione multifattoriale, ovvero riconducibile a una combinazione di fattori genetici e ambientali.
La chirurgia plastica e gli esiti di labiopalatoschisi
La chirurgia plastica interviene sugli esiti di labiopalatoschisi attenuando le cicatrici lasciate dall’intervento funzionale ed eventualmente eliminando le irregolarità rimaste sul labbro superiore. Entrambe le correzioni vengono fatte ricorrendo al lipofilling, autotrapianto di grasso autologo. Si tratta di un trattamento mini-invasivo che comporta il prelievo di pochi cc di grasso dall’addome o dai fianchi e, dopo un breve processo di depurazione in sala operatoria, il suo trasferimento nel punto in cui si vuole ridisegnare un volume o rendere una cicatrice meno visibile e più morbida. Grazie alle cellule staminali che contiene, infatti, il nostro grasso attiva nei tessuti in cui viene iniettato un processo rigenerativo che aumenta la vascolarizzazione e di conseguenza l’elasticità e l’aspetto della cute. Ancora, quando necessario si esegue una rinoplastica o un rinotip, nel primo caso per correggere il naso nella sua interezza, nel secondo per rimodellare la punta.