Nella primavera del 1962, 60 anni fa, negli Stati Uniti venne eseguita la prima mastoplastica additiva con protesi sulla trentenne Timmie Jean Lindsay. Il ritocco, vissuto con grande soddisfazione, le permise di passare da una coppa B a una coppa C. In questo articolo pubblicato su Vanity Fair, le tappe di questa storia. Da allora, infatti, la mastoplastica additiva si è molto evoluta e perfezionata, con tanti accorgimenti tecnici legati alla dimensione e alla forma dei dispositivi (protesi anatomiche e protesi tonde) e alla posizione in cui vengono collocati, scelta in base al singolo caso tra retromuscolare, retroghiandolare o dual plane. Le protesi sono dispositivi considerati sicuri e sono monitorati in Italia dal Registro delle protesi mammarie istituito dal Ministero della Salute. Le protesi non sono però l’unica possibilità per aumentare il volume del seno. Soprattutto quando l’aumento richiesto è modesto si può ricorrere al lipofilling, autotrapianto di grasso che viene prelevato dai punto del corpo della paziente in cui è naturalmente presente. Per tutte le donne, però, vale la stessa raccomandazione: mai saltare i controlli e gli esami di screening. La prevenzione è sempre la prima regola, e la più importante.